I medaglioni
I nove medaglioni, dipinti ad olio su tela, raffigurano quattro commediografi (drammaturghi) italiani e cinque personaggi illustri della storia santagatese. Sono da attribuirsi al pittore Romolo Liverani anche se dipinti in maniera più frettolosa e sommario del sipario e delle scene. Quattro sono collocati sul soffitto, all’interno dello splendido ovale: Ottaviano Fregoso, Uguccione della Faggiola, Dionigio Agatone de’ Maschie, Ranieri de’ Maschi, quattro sul boccascena: Carlo Goldoni, Vincenzo Monti, Vittorio Alfieri, Pietro Metastasio e sul proscenio, Angelo Mariani.
Ottaviano Fregoso, Doge di Genova e primo Conte di Sant’Agata Feltria. Ottaviano nacque nel 1470 da Agostino Fregoso e da Gentile Feltria, figlia di Federico da Montefeltro, Duca d’Urbino. Fu abile nell’esercizio delle armi e delle arti cavalleresche. Si oppose a Cesare Borgia sul quale finì per trionfare, ottenendo dal Duca Guidubaldo il Rettorato di Sant’Agata Feltria con investitura del 1506. Capitano delle truppe pontificie sconfisse i Veneziani a Vailate e sbaragliò Giovanni Bentivoglio conquistando Bologna. Nel 1512 combatté per la Lega Santa contro i Francesi e, nel 1513, fu eletto Doge di Genova. Modernizzò il porto e rese più sicura la navigazione ponendo a capo della flotta Andrea Doria. Accordatosi con il Re di Francia, assunse il titolo di Vicario Regio. Dopo la sconfitta del Re Francesco I, il Fregoso fu imprigionato e morì nell’isola di Ischia a 54 anni.
Baldassarre Castiglione cos’ scrisse nel suo famoso libro “Il Cortegiano”: “Morto il Signore Ottaviano Fregoso, omo a’ nostri tempi rarissimo, magnanimo, religioso […] e tanto degno di lode, che li medesimi inimici suoi furono sempre costretti a laudarlo e quelle disgrazie, che esso costantemente sopportò, ben furono bastanti a far fede che la fortuna, come sempre fu, così ancor oggidì contraria alla virtù“.
Uguccione della Faggiola. Uomo d’arme, nacque da famiglia ghibellina nel Castello della Faggiola di Casteldelci. Podestà di Arezzo dal 1292 al 1295; capitano generale di guerra della Lega Ghibellina di Romagna nel 1297; capo della spedizione aretina contro Gubbio nel 1300; capitano di Cesena; prese parte a tutte le vicende politiche della Toscana, dominando su Pisa, Lucca e Firenze. Diede in moglie una figlia a Corso Donati, aiutandolo nel tentativo di impadronirsi della signoria fiorentina. Cadde per la troppa tirannia del suo governo, per il lusso sfrenato, per la sua politica ostile a Firenze. Una sollevazione dei Pisani e Lucchesi lo costrinse a ritirarsi in Lunigiana, poi a Modena ed infine a Verona presso Can Grande, che gli affidò il comando della guerra contro Brescia e Padova, nominandolo podestà di Vicenza. Morì circa nel 1319. Dante lo ricorda nelle Epistolae.
Dionigio Agatone De’ Maschi da Sant’Agata Feltria. Questo illustre santagatese deve la sua notorietà alla vicenda storica (di cui fu uno dei protagonisti) collegata a Cesare Borgia. Quest’ultimo, uomo intelligente e scaltro, con l’ambizione di riunificare l’Italia, mosse guerra alla signorie di Romagna che conquistò una dopo l’altra. Ai confini tra Marche ed Umbria aveva radunato il suo potente esercito per combattere Guido Varano, signore di Camerino, ribelle dichiarato della Santa Chiesa. Alleatosi con Guidubaldo I, Duca di Urbino, pretese un notevole numero di soldati ed artiglieria. Subdola si rivelò questa richiesta perché il vero intento era quello di indebolire militarmente Guidubaldo. Infatti, invece di attaccare Camerino, l’esercito pontificio invase il ducato ed il 20 giugno 1502 il Borgia entrò vittorioso in Urbino. Il Duca si diede alla fuga con il nipotino Francesco Maria della Rovere. Dionigio Agatone De’ Maschi da Sant’Agata Feltria era allora castellano a Montecopiolo. Avvisato dai messi della Repubblica di San Marino che Guidubaldo cercava scampo in San Leo (non sapendo che il forte era già caduto in mano al Borgia), per mezzo dei suoi servitori riuscì ad intercettarlo e a nasconderlo nella Rocca di Sant’Agata Feltria. dopo qualche giorno lo scortò fino a Mantova, presso la corte dei Gonzaga. Ottaviano Fregoso, primo conte di Sant’Agata e Doge di Genova, riuscì a reprimere la potenze del Valentino e, quantunque sconfitto a Cesena, alla fine trionfò. Il Borgia, dopo varie peripezie, morì a Pamplona il 12 marzo 1527. Il Duca Guidubaldo rientrò in possesso del Ducato d’Urbino. Fu riconoscente verso coloro che lo avevano aiutato ed in particolar modo con Dionigio Agatone De’ Maschi il quale venne riconfermato nella carica di Gonfaloniere ed iscritto nel patriziato urbinate.
Ranieri De’ Maschi da Sant’Agata Feltria . Fu confermato nella signoria di Portolo da Papa Eugenio IV, e da Sigismondo Malatesta inviato ambasciatore presso Piero di Campo Fregoso, Doge di Genova che lo fece suo Vicario Generale.
Fu Podestà di Firenze e da Papa Pio II, venne nominato Commissario Generale delle Armi della Chiesa.
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